La sperimentazione dello scudo contro oggetti che rischiano di impattare con la Terra funziona: ora bisogna verificare che l’asteroide abbia deviato

Dart ce l’ha fatta, alle 1:14 di questa notte, ora italiana, ha colpito il suo bersaglio, l’asteroide Dimorphos, esattamente al centro. Lo scontro, tra la sonda spaziale di Nasa, 600 chili circa, e l’asteroide, 160 metri di lunghezza, è avvenuto alla distanza di ben 13 milioni di chilometri da noi e la velocità di impatto è stata di ben 26mila chilometri all’ora.

Da oggi insomma sappiamo che possiamo farcela a colpire un asteroide che eventualmente dovesse minacciare di cadere sulla Terra, un punto in più per la nostra tranquillità: se fosse caduto sulla Terra, ma non minacciava proprio di farlo, Dimorphos o un asteroide di quelle dimensioni farebbe un cratere di centinaia di metri. Quel che è accaduto è stato poi ripreso e documentato da un satellite italiano: Liciacube, acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids, che si era sganciato dalla sonda madre Dart a metà di settembre.

Liciacube è un piccolo gioiello tecnologico, 30x20x10 centimetri e solo 13 chilogrammi al lancio. Il progetto dell’Asi, l’Agenzia spaziale nazionale, è stato realizzato dalla Argotec di Torino, che ha al suo attivo anche il satellite simile Argomoon, che verrà lanciato a giorni con il grande razzo Nasa Sls verso la Luna. Liciacube è anche il primo satellite ideato e costruito in Italia che si inoltra nello spazio profondo a 13 milioni di chilometri dalla Terra, oltre l’orbita della Luna. Ha documentato il tutto e avremo i suoi dati nei prossimi giorni.